Oggi giornata a Vicenza. Siamo ormai stanchi di lamentarci su come ci trattano i nostri dipendenti al governo senza fare niente, e così abbiamo deciso di andare a Vicenza per dimostrare contro un governo (l’attuale e il precedente) che prende decisioni che sconvolgeranno le nostre vite senza chiederci il consenso. Ormai in Italia è diventata una cosa normale. Una volta eletti si prendono le decisioni, in realtà senza tenere in minima considerazione coloro i quali ne subiranno le conseguenze.
Ma non è delle implicazioni politiche inerenti alla manifestazione che volevo parlare, ma della manifestazione stessa. Ci sono cose che non ho capito e che non capisco. Perchè durante una manifestazione contro l’allargamento di una base militare, si devono perdere i valori civili e morali per i quali si combatte.
Ho visto gente che convinta di essere nascosta dalla folla gettava a terra di tutto, dalle lattine di birra alle carte dei panini, ai bicchieri, alle immancabili sigarette.
Ho visto utilizzare il giardino di una casa evidentemente senza padrone come bagno pubblico per il semplice motivo che il cancello si è aperto.
Ho visto gente seduta sui muri di cinta di ville a due metri di altezza mangiare amabilmente buttando i rifiuti in casa d’altri.
Ho visto gente scrivere sui muri qualsiasi messaggio, tra i più stupidi “meno caserme più case”, come se non ce ne fossero già abbastanza in Italia.
Ho visto urinare in un angolo del parco con il gabinetto pubblico e vuoto a non più di 5-10 metri. Oppure farla in un canaletto sotto gli occhi di tutti nella piazza principale.
Ho visto gente bere vino e fumarsi le canne, perchè tanto quando siamo in tanti non ci controlla nessuno.
Ho visto gente usare il numero che esprime potenza e potere per permettersi inciviltà e mancanza di rispetto.
Ma poi prima di andare via ho visto una madre cercare e raccogliere tutte le carte che i figli piccoli giocando avevano sparso. Non mi aveva visto, non era stata richiamata da nessuno, nessuno se ne sarebbe accorto e le avrebbe chiesto motivazioni, lo ha fatto semplicemente perchè lo riteneva giusto.
E io, ancora una volta ho sentito la speranza fare capolino e chiedermi una chance, una ancora, e, come al solito, gliel’ho concessa.
 
 
 
Ho scritto al mio comune chiedendo spiegazioni per fatti che non capisco. Ho deciso che lo farò molto spesso d’ora in avanti. Non mi interessa se faranno qualche cambiamento solo per farmi stare zitto, mi interessa che lo facciano. Provate anche voi. Una mail non ha mai ucciso nessuno.
 
 
 
Vicenza
sabato 17 febbraio 2007