La Manu mi ha regalato un libro. Si Intitola "Il segreto del bosco". E'scritto da un guardiacaccia che opera in provincia di Vicenza, dove vive.

E' una persona molto acculturata che preferisce comunque vivere a contatto con la natura. Scrive bene, sa quello che scrive e non ha paura di dire ciò che pensa. Ho divorato il libro, che comunque è di meno di 200 pagine, e ancora sto sognando sulle ali dei suoi racconti. Una bela esperienza. Ho letto che ha scritto altri libri, ma che al contrario di questo raccontano delle incredibili sofferenze che l'uomo causa alla natura. Anche se so benissimo che leggerli mi farà arrabbiare al punto da voler picchiare qualcuno e che mi rovinerà la digestione per giorni o addirittura settimane, a seconda dei fatti raccontati, ho già deciso che li leggerò.

Mi sono riconosciuto molto nei suoi discorsi e nei suoi pensieri e, come ho già accennato alla Manu, è molto probabile che cercherò di contattarlo. Leggendo il suo libro però, mi sono reso conto (come mi succede quasi sempre) che vivo troppo lontano dalla natura e che nonostante stia strenuamente tentando di salvaguardarla sfruttando le gli studi effettuati negli anni, mi manca ancora molto il cosiddetto lavoro sul campo. Sono ignorante in materia. E' un pensiero che mi rattrista e che mi pare quasi assurdo se solo penso a quante discussioni e quante spiegazioni ho dato e continuo a dare per far comprendere a chi mi circonda l'importanza e la bellezza dell'ambiente naturale.

La prima sensazione è di delusione e di abbattimento, ma poi mi faccio coraggio e mi dico che in fondo altro non è che una nuova motivazione a continuare a dare di più, a conoscere di più, e nel caso a fare delle scelte importanti che potrebbero sconvolgere la mia vita.

Ci penso spesso. Alle volte andarmene lontano da qui sembra l'unica soluzione possibile. Non vivrò in eterno e non sono più un bambino anche se oggi ho sentito parlare di "una ragazza di 36 anni" (per diventare donne o uomini, bisogna superare i 50 anni?), anche il campo che sto coltivando amorevolmente nella speranza che diventi un piccolo bosco impiegherà anni a crescere e a ricreare l'ambiente naturale che tanto anelo, sempre se ci riuscirà , quindi spesso mi domando, ne vale la pena? Anche scrivere questo blog, che mi impegna non poco, e che viene letto da poche persone (però da mezza Europa, chissà perchè) serve davvero? Non sarebbe più facile trasferirmi in montagna lontano da tutti ad osservere i pochi animali ancora selvaggi e vivere tranquillamente quello che resta dei miei giorni?

Non sono ancora riuscito a darmi una risposta definitiva. Spero di riuscirci prima che sia troppo tardi.

 
giovedì 26 aprile 2007
Domande esistenziali